Venti anni fa…
CANTIERE DELLA MEMORIA - LA NAZIONE
Venti anni fa Soldini salvò Isabelle Autissier naufraga in Pacifico.
AGENDA LA SPEZIA del 17 febbraio 2019
ESATTAMENTE venti anni fa, in queste ore, il cuore della gente di mare batteva all’unisono di gioia, dopo ore vissute tra ansia e speranza. Si rincorrevano le notizie del salvataggio di Isabelle Autissier, dopo il ribaltamento del suo Prb nel Pacifico del Sud, 2400 miglia dalle coste neozelandesi e 1800 miglia dal Sudamerica. Fu Giovanni Soldini a scovarla e recuperarla nel nulla, a 55° gradi di latitudine sud e 125 di longitudine ovest, con Fila 60, 24 ore dopo il naufragio. A Sarzana, don Renzo Cortese, parroco di San Francesco, suonò le campane a distesa. Un gesto spontaneo per celebrare la prodezza marinara e la solidarietà espressa da Giovanni, nel bel mezzo del giro del mondo in solitario a vela. «Se la solidarietà che c’è tra la gente di mare ci fosse anche sulla terra ferma, il mondo sarebbe migliore» ha detto ieri Isabelle, 20 anni dopo, rievocando quello che le accadde. Lo ha fatto rispondendo con slancio alla richiesta di ricordare giuntale da Elisabetta Cesari, del Cantiere della Memoria che della ricostruzione delle belle storie di mare fa una missione culturale. E’ così venuto fuori un semplice ma toccante video, postato su Facebook.
Memorie di mare. Venti anni fa il salvataggio di Isabelle Autissier ad opera di Giovanni Soldini
Esattamente venti anni fa il cuore della gente di mare batteva all’unisono, tra ansia e speranza per poi vibrare di gioia. Si rincorrevano le notizie del naufragio di Isabelle Autissier, per il ribaltamento del suo Prb nel Pacifico del Sud, 2400 miglia dalle coste neozelandesi e 1800 miglia dal Sudamerica, e delle ricerche di Giovanni Soldini, su Fila 60, che la recuperò. Il Cantiere della memoria, impegnato a studiare e valorizzare le più avvincenti imprese di mare, ha voluto rievocare da prodezza di Giovanni. Le immagini d’epoca e il volto attuale e radioso di Isabelle, nel ripercorrere quella che lei stessa definisce una 'grande storia di solidarietà', si saldano in questo video curato da Elisabetta Cesari. Allora Iei e Giovanni correvano il giro del mondo in solitario, impegnati nella terza tappa da Aukland a Punta dell’Este. Mentre lui si concedeva un po’ di riposo in comode planate al lasco, lei e il diretto avversario Marc Thiercelin, navigavano tre gradi di latitudine più a sud, avvenne il patatrak: la scuffia del Prb a causa di una strapoggia provocata da un errore del pilota automatico. Grazie ad Elisabetta per la bella testimonianza di impegno sulle comuni rotte verso le memorie di mare.
Publiée par Cantiere della Memoria sur Vendredi 15 février 2019
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ALLORA Isabelle e Giovanni correvano la terza tappa dell’Around Alone, da Aukland a Punta dell’Este. Mentre lui si concedeva un po’ di riposo in comode planate al lasco e lei navigava tre gradi di latitudine più a sud, avvenne il patatrak: la scuffia del Prb a causa di una strapoggia provocata da un errore del pilota automatico. Partì l’allarme-epirb. Soldini, captato l’Sos con la sponda dei satelliti, cambiò rotta e si catapultò verso Isabelle. Ciò avvenne con l’aiuto a distanza del meteorologo Pierre Lasnier che, via radio dalla Francia, lo aggiornava sull’andamento delle masse d’aria e quindi delle condizioni di vento e mare alle latitudini estreme. «Non ho compiuto nulla di eccezionale… solo quello che andava fatto in quei frangenti», dice sempre Soldini, ora al timone del trimarano Maserati Multi 70 e alla vigilia dell’ennesima impresa oceanica: la partecipazione alla regata Rorc Caribbean 600 che partirà domani lungo un percorso di 600 miglia intorno a 11 isole delle Piccole Antille, nei Caraibi (700 velisti su più di 20 nazioni alla partenza). ISABELLE, intanto, ricorda che «le magnific mariner italien» la avvisò del suo arrivo lanciando un martello sulla carena. Con la radio ko, non era, infatti, contattabile. «Fu una bella sorpresa….». Dal trasbordo sulla zattera autogonfiabile all’imbarco su Fila, il passo su breve, anche se ardito. Con Giovanni raggiunse poi Punta dell’Este. «Da clandestina a bordo….» ricorda con ironia il vignettista Davide Besana che, all’epoca, elaborò un fumetto, anch’esso riaffiorato ieri su Facebook, nel gioco di squadra col Cantiere della Memoria. «Abbiamo voluto rievocare la storia perché resti un punto di riferimento per gli appassionati di vela ma anche per chi il mare lo osserva solo da lontano, affinché possa apprezzare la bellezza del gesto salvifico della mano tesa ad un essere umano in balia delle onde», dice Corrado Ricci, animatore del Cantiere della Memoria, presidio di cultura marinara nel porto antico delle Grazie (dove ora è in corso una mostra sugli ebrei che, scampati ai campi di concentramento nazisti, raggiunsero la Palestina con le navi allestite a Porto Venere e alle Grazie).